lunedì, dicembre 11, 2006

L'epistemologia di un sentimento incolore

Siccome per ogni teoria ci sono generalmente infinite variazioni egualmente consistenti con i dati,
ma che in alcune circostanze predicono risultati molto differenti e talvolta empiricamente contrastanti possiamo dedurre infinite altre teorie alternative che possono spiegare la nascita del perbenismo interessato.
Vorrei dilungarmi ancora su questo argomento ma,ahimè, non è l'argomento principe che vorrei trattare in questo saggio e dunque non andrò oltre.
L'argomento esposto quest'oggi sarà l'ineccepibile e insensato proibizionismo del verbo divino nella metà del XX secolo dc.
Al riguardo vorrei proferire alcune tesi sul falsificazionismo Aristotelico moderno e su tutte le sue sfacettature e sui suoi (pseudo) ingiusti messaggi.
Tutti noi oramai sappiamo che l'ambizione trova la sua massima
rappresentazione in quello che nella nostra psiche è considerato troppo lontano per essere ambito.
Allora vi chiederete tutti ma da cosa nasce l'ambizione?
Cosa ci fa pensare di essere meglio degli altri ambiziosi?
A chi non è mai capitato di sentirsi dire "La mia ambizione è meglio della tua"?
Specialmente quando è ora di cambiare ambizioni oppure dopo quanti km ci si fa un tagliando?
Come voi tutti sapete la risposta a queste domande si trova nel nulla intelleggibile ed etereo della psicologia generica.
Nella mia mente si stanno formando delle linee tratteggiate che mi portano a pensare in uno spazio di idee (detto spazio Y) dove le mie allusioni sono il baricentro di alcune mie supposizioni intelleggibili sulla esistenza di un io represso e artefice della disfatta del non essere ai danni dell'ideologia idiomatica ad ideogrammi di un mio caro amico ideologo.
Con questo non voglio dire che i suoi valori valgano meno delle valorizzazioni valorose valutate da alcuni valutabili pensieri.
Sicuramente molti di voi non saranno d'accordo con la mia ultima asserzione ma quello che vorrei che tutti voi capiste è che l'impossibilità dell'uomo di valorizzare se stesso nei più increspati dilemmi della vita è assai più complesso che sfuggire alle occasioni prossime dell' imperitura contrapposizione tra l'isolenza platonica e le surreali ipoteche sui mutui per la prima casa.