giovedì, maggio 18, 2006

La semiotica new age della metafisica cinematografica (PARTE 1/6)

Molti dei miei discepoli,passati (ora rispettabili maestri) e presenti,spesso mi domandano se la mia somma istruzione e ricerca della perfezione è stata mai surclassata da qualcuno o qualcosa.
Solitamente quando mi viene fatta questa domanda,decanto un mesto avvenimento della mia vita che vorrei dimenticare ma che comunque può essere formativo per tutti coloro che, come me,sono diventati dei gran maestri dell'opinabile essenza della perfezione.
Durante una vacanza premio,vinta inviando in busta chiusa una barretta di cioccolata energetica comprata in palestra,mi trovai per caso ad ascoltare le dolci parole di un apparentemente indifesa ragazzina.
Questa donna stava parlando con tono di sfida a dei bambini del posto e la cosa mi ha subito incuriosito.
Stava facendo un acceso dibattito sulla "semiotica del cinema di Helmer" lanciando ai pargoli delle parole molto dure e particolarmente taglienti.
Ad un certo punto poi si trovarono talmente tanto in discordanza che chiamarono me come giudice della
loro tenzone filosofico-cinematografica.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Scusa ma come cavolo è andata a finire ????????????
Lo voglio sapere!
non ci puoi lasciare così!!

Malgioglio l'oscuro ha detto...

Tutto a tempo debito.
Devi imparare l'arte armonica della pazienza.

c.s. ha detto...

Sono le 11.54 e sei in tv su Rai 2!!! Grande!!!

Anonimo ha detto...

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