Non nascondo che sono stato molto innervosito dal suo fare strafottente e privo di prese di posizione sull'argomento ma nonostante tutto cercavo di farle aprire gli occhi sull'immoralità delle sue testificazioni di spontanea promissione.
Lei dal canto suo, mi fece notare, con composta tracotanza, che le mie inesplicabili ipotesi avevano un fondo di banale inclemenza che lei ritrovava frequentemente in un malcostume di alcuni filosofi partenopei che insegnavano la psicosomatica olistica dell'assurdità di una psiche umana indecorosa.
A quel punto dovetti ricredermi su quel che riguardava il suo e il mio filone di falsi ed inutili aforismi.
Allora,colto da un temporaneo sgomento, le chiesi cosa significava per lei essere cullata nel grembo dell'ignota improntitudine di questo infondato e onirico vivere la parallelità come in una goccia di sapone di marsiglia nata da un incurante e armonica scintilla di infondate idee di falsa e fittizia natura.
Lei, con un ghigno di indifferenza, come di chi avesse la risposta a quel non banale quesito , cominciò a cantare uno strano tormentone che anni prima aveva turbato la mia infanzia.
Terminata la triste melodia mi risvegliai improvvisamente nudo e infreddolito in un campo di papaveri e viole.
Subito dopo compresi le parole di quella cara donna e le resi mie come un tesoro di inestimabile valore.
Per ascoltare il post vocale bisogna cliccare nella palla sotto la gallina con la chitarra.
alliterazione bino... |